mercoledì, agosto 27, 2008

ww2_

25 commenti:

Nicola ha detto...

Mi fai ben schifo da quanto sei diventato bravo...

Unknown ha detto...

il luchador di bolzano ha ben ragione.

Claudia...lasciala stare!! ha detto...

rimango sempre a bocca aperta quando vedo le tue cose....bravissimo! ^^

Unknown ha detto...

Ciao Elia, come stai? Ho visto che ti Stai dando al matte painting. FAi benissimo, i risultati sono già ottimi e penso sia molto richiesto professionalmente. Bravo come sempre. A presto.

diariodeformato ha detto...

Elia Elia Elia...
Ma che combini?
Hai trovato l'autostima?
Così sembra.
Si si.

Bravo!
Armin.

E_Bone ha detto...

GRazie a tutti!
@Claudio
Sto provando sono solo cose fatte per divertimento tra un lavoro e l'altro.

@Armin
Cos'e' l'autostima?
;)

A presto,
E_B

Roberto Zaghi ha detto...

Magnifico, come al cinema! Par di sentire il rumore dei cingolati e i geloni ai piedi! Bravissimo, gran tecnica.

paolo_gaspare ha detto...

Davvero interessante il tuo blog, ricco di disegni e illustrazioni fantastiche

Saluti
Pagas

aLeX ha detto...

'sti cazzi!
bellissima questa illustrazione...

Teo Cato ha detto...

Veramente stupendi, il mio preferito resta ancora quello del post precedente con gli aerei, ma l atmosfera di questo è veramente incredibile! Bravobravo!!! (mò arrivo anche io gahghghahghahga poi sarà un botta e risposta hihihi)

Alucard X ha detto...

bella el!
stai diventanto un maestro nel matte.....grande!!
quello con gli aerei già tè l'ho detto spacca veramente tanto !!
;D

il decu ha detto...

Vada per l'esercizio stilistico... ma Elia, ti prego, tu sei giovane, bravo e hai vagonate di sale in zucca:
non cadere nel tunnel del matte!
Le tue risorse vanno asservite a una creatività produttiva, non passiva...

Non è una paternale perchè non ho l'intenzione, ne' i requisiti per farne, ma il matte nel 90% dei casi è un ottimo veleno per la fantasia.

°°°MaTtEo ha detto...

impressionante sei un mostro sacro!!!
Veramente eccezionale....tanto di cappello!!!

=D

Mirko Benotto ha detto...

Grande! :)
Continua così che li spacchi tutti!

mirkosan

il decu ha detto...

Mmmmmm...
Creatività passiva, come a dire: virtuosismo tecnico al servizio di una riproduzione della realtà più possibile fedele e pertanto quasi sterile.
Per fare un esempio, prendiamo tre illustratori: entrambi acquarellisti ed entrambi bravissimi, da un punto di vista tecnico.
L'Alex Ross di Kingdom Come, un Jon J. Muth ai tempi di Havok & Wolverine (non oggi), e Carlos Nine (va bene qualsiasi opera: una fra tante, Prints of the West).
Alex Ross = creatività passiva.
Un bravo esecutore, che prima di realizzare la vignetta, veste il modello, lo fa posare, piazza le luci e scatta la foto: non rimane che copiare.
Jon J. Muth = creatività attiva.
La tecnica asservita alle atmosfere della narrazione, il virtuorismo contaminato dalla freschezza del gesto, ad interpretare il realismo con vibrante passione e carattere...
Carlos Nine = creatività non solo attiva, ma ben condita di fanasia.
(Sul concetto di Fantasia s'è detto e scritto molto: Munari è un buon inizio, per approcciare con rigore all'argomento.)
Carlos Nine, un mostro nel disegno realistico, va al di là del realismo e dispone il proprio talento al servizio di nuove forme, nuovi colori... creando creature e mondi immaginarii, fatti di sogno e capaci, pertanto, di ricondurre al sogno.
Spero di aver espresso meglio il mio pensiero, che è sempre e comunque opinabilissimo... altrimenti proverò a cimentarmi in altri esempi.

The Passenger ha detto...

....allora ti sei dimenticato di noi....bravissimo come sempre!

E_Bone ha detto...

Grazie a tutti davvero!!!siete gentilissimi.

@Decu
Ti sei spiegato benissimo e capisco alla perfezione il tuo punto di vista.La riproduzione della realta' nei minimi dettagli,se pur sia un grande esecizio tecnico,ma fine a se stessa non ha molto senso.
Partendo dal presupposto che comunque queste sono semplici esercizi tecnici che ho fatto perche' devo imparare ad usare determinati programmi per lavorare,non sono completamente d’accordo.
Sono due tipologie di illustrazione completamente diverse che vanno a stimolare realta’ diverse.Una realta’ piu figurativa,che ti impone di vivere il momento secondo regole precise,che lasciano meno spazio all’immaginazione,ma che se ben fatte ti rendono partecipe del momento.L’altra e’ una realta’ piu’ profonda che va a toccare tasti interiori e che vanno a smuovere l’immaginazione e creano in te un’altra visione ,tua personale….diciamo che fungono da catalizzatore visivo. Entrambe pero’ se ben fatte, suscitano in chi le guarda sentimenti,emozioni e ricordi che non possono essere creativita’ passiva.
Spero di essermi spiegato bene.
E_B

il decu ha detto...

Cacchio, ti avevo risposto una cosa lunghissima e mi si è cancellata!!!
Più tardi ricomincio...
sigh.

il decu ha detto...

Eccomi.
Chiaro. (chiaro anche che questi fossero “semplici esercizi tecnici”)

In passato ho condiviso pienamente questo tuo pensiero.
Quel gran rompiscatole, di cuore filantropo, che è Maurizio Di Vincenzo un giorno mi ha fatto precipitare sulla terra.
La storia è lunga, ma posso riassumertela in breve.
In soldoni, prima o poi arriva il momento in cui dobbiamo ricordare a noi stessi per quale motivo in un certo momento della nostra vita abbiamo iniziato a disegnare, o meglio, abbiamo iniziato a sentire il bisogno di raccontare qualcosa a terzi, attraverso quel mezzo.
In quel momento, se davvero esistono “differenziazioni” di linguaggio, allora siamo anche costretti a scegliere quale lingua parlare…
Ecco: io credo e spero, per quello che ho annusato (più che visto) fin’ora nel tuo blog, che te non sceglierai la strada del virtuosismo realistico.
Non possiamo discuterne ora i motivi, perché sarebbe un attentato, uno sgarbo, alle tue potenzialità: magari ne riparliamo fra 6-7 anni, se siamo ancora in contatto.
Ti basti capire che in realtà ti sto augurando una cosa che io considero estremamente positiva.


Detto ciò, nello specifico le differenziazioni stilistiche per me sono ormai delegittimate, per quanto agli estremi esse siano riconoscibilissime… ma di fatto non esiste un limite fra l’una e l’altra.
Se non dovessi camparci, l’unica domanda che mi porrei è “cosa voglio raccontare”.
E allora lo stile, il linguaggio, il livello tecnico, insomma il “come” sarebbe un’immediata risposta, assolutamente subordinata, al “cosa”.
Siamo talmente tanti, sguazzando nel mare magnum della nostra mediocrità: con infiniti stili, metodi, modi di vedere e restituire la realtà, l’immaginario… che a un certo punto quella domanda, il “cosa”, per la nostra sopravvivenza abbatte ogni limite fra una categoria e l’altra.
Grazie a dio, anche nel mondo del “matte” c’è chi si muove molto più verso il “cosa”, che verso il “come”.

Ho capito il tuo punto di vista e so che quanto ho scritto non sarà proprio facile da intellegere, ma questo scambio di vedute mi è servito: è concime per il mio cervello inaridito.
E ripeto, Elia: la mia è solo una semplice opinabilissima-opinione.

E_Bone ha detto...

E’ chiarissimo tutto,e come posso non darti ragione?
So benissimo che arrivero’ ad un punto della mia ricerca dove disegnare la venatura del legno o il filo d’erba,non sara’ abbastanza per rappresentare quello che voglio dire e allora li dovro’ davvero scegliere.
Ti confesso che a volte sento questa senzazione come se potessi vederla di fronte a me ,ma non riesco mai a coglierla (non e’ ben chiara),forse per timore o forse per timidezza,ma e’ sempre piu facile rappresentare la realta’ come tutti possono vederla piuttosto che stimolare l’osservatore per fare in modo che lui stesso se ne crei una.
Difficile perche’ spesso rimane incompresa,difficile perche’ non mi sento capace,difficile perche’ il lavoro e’ assai piu’ arduo.
Il problema non si pone dal momento che ci devo anche campare e che la maggior parte del tempo e’ dedicata al lavoro e non alla ricerca stilistica e purtroppo tutto questo affannarsi rischia di intorpidirti seriamente.Chiaramente se non dovessi camparci ,magari mi farei meno interrogativi o proverei ad osare di piu’ come dici tu sul “Cosa”, piuttosto che sul “Come” .
Purtroppo, mi rendo conto di essere ancora molto attaccato alla “forma”,ma allo stesso tempo cerco di plasmarla in modo che essa possa contenere anche “Sostanza” e non solo che sia fine a se stessa.Non so se ci riesco,ma rendendomene conto credo che sia un inizio.
Ti ringrazio tantissim in ogni caso, perche’ mi hai fatto ripensare a cose che da tempo avevo messo da parte e chissa’ quando le avrei tirate ancora fuori.Sono sempre molto interessanti questi scambi di vedute.
Se un giorno dovessi passare dalle mie parti, fammelo sapere saro’ ben felice di fare due chiacchere.

il decu ha detto...

Volentieri.

Sei a cavallo!
Sciogli le briglia e lanciati!
:)

Ti ho mollato questa patata bollente per una questione di emergenza.
Perchè più o meno alla tua stessa età io sono entrato in un tunnel di paradigmi tecnici e lentamente, ma con costanza, mi sono allontanato sempre di più dall'origine di tutto...

Pensa che avevo iniziato a disegnare a 17 anni, per comunicare amori e rancori a una compagna di classe di cui ero follemente innamorato (dopo 4 anni ce l'ho fatta)... e fondamentalmente quasi tutti i "disegnatori" che iniziano in fase adolescenziale, lo fanno per necessità catartica, per elaborare forti emozioni, comunicare stati d'animo... aiutarsi a superarla, quella maledetta adolescenza.

Mi sono ritrovato una decina di anni appresso, che non raccontavo più nulla: tanta tecnica, colore, composizione, anatomia, panneggi, ottimi riscontri, clienti contenti e...
zero storie, zero emozioni.
Per due-tre anni di seguito, un marchettone dopo l'altro mi avevano portato a non disegnare più nulla per la persona più importante, direttamente responsabile, invischiata e bisognosa di quest'attività aperta h24: il "disegnatore".
Due-tre anni senza più passare un pomeriggio, due giorni o una settimana a consumare un po' di grafite per me, per la mia anima, per l'adolescente che sono stato.
Fa spavento.

Se pensi poi che ci sono migliaia di illustratori mille volte più bravi e capaci "tecnicamente" di te, il tutto assume una forte piega paradossale, quasi grottesca...

Un bel giorno a Lucca, un breve incontro, uno dei tanti e senza un particolare motivo, con Maurizio Di Vincenzo e driiiiiin.
Mi sono svegliato, guardato allo specchio e ho pensato: ma perchè tutti questi anni appresso al "come" degli altri, quando la cosa più importante era il mio "cosa", per me e per gli altri?!!
Ho ricominciato a non dimenticarmi più di me.

Tutto questo per dire: ma tu guarda che fesso... speriamo che ad "altri" non succeda mai.
;)

Basta, ti ho fatto una testa così, non ti scrivo più per almeno un mese.

E_Bone ha detto...

Grazie mille Davide,per la dritta che mi hai dato,non puoi capire come tu mi possa essere stato d'aiuto...se un giorno ci conosceremo di persona magari ti raccontero'!
Comunque e' tutto verissimo: Una marchetta dopo l'altra e ti scordi assolutamente di chi sei, e' incredibile questa cosa,ed anche terrificante.


"Basta, ti ho fatto una testa così, non ti scrivo più per almeno un mese."

No no non mi ha fatto nessuna testa...figurati!Anzi!

A presto,
E_B

il decu ha detto...

Un abbraccio.

Teo Cato ha detto...

Accidenti questo discorso ti spezza la spina dorsale e libera tutti quei grovigli di pensieri e ansie che credo ogni persona che si avvicina a qualsiasi forma di comunicazione visiva prima o poi affronta... fare il salto non è per niente facile, quando sei lì per buttarti hai tutta una valigia piena di cose che ti tengono incollato e a cui non vuoi rinunciare, vorresti sintetizzare il tutto in un unico bagaglio tecnico-emozionale ma ovviamente non è possibile. Sarà l insicurezza di non essere capaci di lasciarsi indietro nulla, o di fare a meno di una parte (forse nemmeno così nostra) di sè che alla fine forse è solo un'incredibile contaminazione visiva più che un vero percorso interiore. Leggere questa discussione è stato stimolante, trovare una strada lo è ancora di più!

Anonimo ha detto...

accidenti.. be, devo dire che mi ci trovo in questo tunnel di dire, e cosa sono?
comunque ti faccio i complimenti perchè questo disegno è bellissimo, e ognuno disegna ciò che piu in quel momento lo attrae, credo..
poi nel corso degli anni può cambiare inconsciamente, o chiedersi e mo?
l importante è sempre trovare la strada..
ciao ciao